Maso Martis
Dosaggiozero Trentodoc Riserva Chardonnay Pinot Nero
Spazio
Tra le bollicine italiane il Trento Doc è di gran lunga la mia preferita, anche se purtoppo nel circuito di distribuzione italico non si riesce a rintracciare una grande quantità di etichette, una delle più note è questo “DosaggioZero” di Maso Martis.
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Il colore è un bellissimo giallo brillante con riflessi verdognoli e le bollicine fini e ben incatenate donano molta grazia all’analisi visiva.
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Non immediato il naso, ci mette qualche minuto a rivelarsi e quando lo fa è delicato ed elegante: ci ritroviamo agrumi e fiori, mineralità, lieviti, mandorle e nocciole.
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In bocca abbiamo agrumi maturi e gustosi, freschezza, sapidità e mineralità con una stuzzicante pungenza dovuta all’anidride carbonica; il finale non è molto lungo ma piacevolmente amaricante.
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Trovandomi di fronte ad una riserva mi aspettavo forse un pò più di struttura, invece questo spumante fa della freschezza e della facilità di beva la sua dote migliore, apprezzabile anche la non estremizzazione del “dosaggio zero” cosa che in altri vini della stessa categoria sta raggiungendo livelli francamente eccessivi.
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Tra le bollicine italiane il Trento Doc è di gran lunga la mia preferita, anche se purtoppo nel circuito di distribuzione italico non si riesce a rintracciare una grande quantità di etichette, una delle più note è questo “DosaggioZero” di Maso Martis.
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Il colore è un bellissimo giallo brillante con riflessi verdognoli e le bollicine fini e ben incatenate donano molta grazia all’analisi visiva.
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Non immediato il naso, ci mette qualche minuto a rivelarsi e quando lo fa è delicato ed elegante: ci ritroviamo agrumi e fiori, mineralità, lieviti, mandorle e nocciole.
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In bocca abbiamo agrumi maturi e gustosi, freschezza, sapidità e mineralità con una stuzzicante pungenza dovuta all’anidride carbonica; il finale non è molto lungo ma piacevolmente amaricante.
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Trovandomi di fronte ad una riserva mi aspettavo forse un pò più di struttura, invece questo spumante fa della freschezza e della facilità di beva la sua dote migliore, apprezzabile anche la non estremizzazione del “dosaggio zero” cosa che in altri vini della stessa categoria sta raggiungendo livelli francamente eccessivi.