Leggo Bolgheri e penso al mare, alle spiagge, alla macchia mediterranea, ai viali contornati da cipressi e ai vigneti; come in ogni campo, però, anche l’enologia pullula di lovers e haters, secondo i primi questa ridente e vocata zona sarebbe la riproduzione italica di Bordeaux e delle sue vigne, secondo i secondi solo una ottima intuizione commerciale rivolta al mercato d’oltreoceano, da che parte questo ” Varvàra 2014″ orienterà il nostro giudizio?
SpazioCome il manuale del bravo Sommelier insegna iniziamo la degustazione dall’esame visivo osservando un vivissimo ed intenso color rosso rubino.
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Il naso è ampio e seducente: si apre con piccoli frutti neri seguiti dal sentore vegetale di peperone verde tipico del Cabernet Sauvignon e dai fiori rossi appassiti, in seconda battuta arrivano le spezie (pepe nero) il cuoio e il caffè, per finire noto anche un sentore etereo e una punta di ematico. TUTTO MOLTO BELLO!
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In bocca la prima sensazione è di smarrimento, non si ritrova subito il fascino e la complessità dell’analisi olfattiva, il sorso, è si fresco e caldo, abbastanza sapido e armonico, ma non sconvolgente, ci pensano però la qualità del tannino, la lunghezza e la pulizia complessiva ad alzare di nuovo il livello della bevuta fin quasi alle aspettative iniziali.
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In sostanza questo Bolgheri è un vino che promette molto e mantiene quasi tutto, per essere un top wine manca un pochino di corpo, e nella trasposizione dell’ ottimo profilo olfattivo in bocca. La grande guerra tra amanti e detrattori di questa DOC finisce senza vincitori ne vinti ma con la voglia che arrivi presto il prossimo round — 6 years ago
Fresco e delicatamente aromatico . Perfetto per una bevuta economica senza particolari pretese , si sposa alla perfezione con insalata di mare e leggeri primi piatti a base di pesce . Ideale da bere in riva al mare. — 6 years ago
I had this 6 years ago
Sono sempre stato affascinato dai film di serie B o dalle storie in cui i più deboli riescono a ritagliarsi i propri 5 minuti di fama e popolarità: della serie ” La rivincita dei Nerds”. Proprio per questo motivo, oggi, pur andando a stappare un piemontese, la mia scelta non è caduta su un Nebbiolo, bensì, su un Dogliani dolcetto, ecco a voi: “Surì 2014”.SpazioNel bicchiere scivola silenzioso questo vino di un rosso rubino elegante e brillante che ci chiede solo di essere assaggiato e studiato.
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I profumi riportano alla frutta rossa e ai fiori rossi, con dei richiami speziati e di liquirizia.
SpazioL’assaggio è caldo, morbido e vellutato, non spicca ne in freschezza ne in mineralità ne in tannino ed è proprio questo equilibrio la sua dote migliore. Il finale è abbastanza lungo e come da copione per un dolcetto, piacevolmente amaricante e ammandorlato.Spazio
Confinante con le nobili zone di Barolo e Barbaresco, Dogliani è il regno del dolcetto, una bevuta meno impegnativa, ma non per questo meno interessante e dignitosa che può essere una valida spalla per una pizza o per qualche piatto più elaborato. — 6 years ago
n una mia recente vacanza all’estero mi sono trovato di fronte ad alcuni vins de Bordeaux, ad attirare la mia attenzione è stato questo “Chateau la Tour 2015”, a quanto pare premiato con la medaglia d’argento al congresso dei grandi vini di Francia svoltosi a Macon, premio di cui ignoro l’importanza, ma che mi ha spinto ad acquistarlo e ora a stapparlo.
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La nostra degustazione inizia con una splendido colpo d’occhio, il bicchiere accoglie questo nettare di un rosso rubino vivo ed impenetrabile.
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Il naso è suadente e complesso, non appare da subito ben distinto e ha bisogno di un pò di tempo per definirsi e delinearsi, si apre con i frutti rossi, la viola e il peperone verde, a seguire arrivano il minerale, il cuoio, l’etereo e una punta di ematico, nel sottofondo scoviamo una piacevole nota fumè. Interessante!
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In bocca il gusto è morbido e pieno, polposo, quasi masticabile; è predominante il frutto del varietale ma è meno stucchevole rispetto al frutto del merlot nostrano. Il tannino è elegante e la freschezza buona, l’assaggio si conclude con un bel finale lungo che richiama al fumè che avevamo già notato al naso.
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In conclusione ho scoperto un vino con grandi potenzialità evolutive ma molto interessante anche al suo terzo anno di vita, probabilmente la giuria di Macon che ha assegnato la medaglia d’argendo a questo vin de Bordeaux ci ha visto lungo. BELLA SCOPERTA! — 6 years ago
I had this 6 years ago
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Tra le bollicine italiane il Trento Doc è di gran lunga la mia preferita, anche se purtoppo nel circuito di distribuzione italico non si riesce a rintracciare una grande quantità di etichette, una delle più note è questo “DosaggioZero” di Maso Martis.
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Il colore è un bellissimo giallo brillante con riflessi verdognoli e le bollicine fini e ben incatenate donano molta grazia all’analisi visiva.
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Non immediato il naso, ci mette qualche minuto a rivelarsi e quando lo fa è delicato ed elegante: ci ritroviamo agrumi e fiori, mineralità, lieviti, mandorle e nocciole.
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In bocca abbiamo agrumi maturi e gustosi, freschezza, sapidità e mineralità con una stuzzicante pungenza dovuta all’anidride carbonica; il finale non è molto lungo ma piacevolmente amaricante.
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Trovandomi di fronte ad una riserva mi aspettavo forse un pò più di struttura, invece questo spumante fa della freschezza e della facilità di beva la sua dote migliore, apprezzabile anche la non estremizzazione del “dosaggio zero” cosa che in altri vini della stessa categoria sta raggiungendo livelli francamente eccessivi. — 6 years ago
Quest'oggi voglio inaugurare una nuovo filone, che potrei definire "bevute della terra di mezzo" poichè si trova nel poco celebrato mondo che sta tra i vini fermi e gli spumanti, sto parlando dei vini frizzanti o mossi, in questo caso per l'esattezza stapperò una vivace Bonarda "Vaiolet 2016" proveniente dall'oltrepò pavese. L’analisi visiva è molto seducente per merito del suo rosso rubino intenso con riflessi violacei e della sua alta e soffice spuma.
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Al naso risaltano i piccoli frutti rossi maturi quasi in confettura e la viola con un sottofondo giustamente vinoso.
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In bocca il sorso è pieno in cui risalta subito la grande freschezza che lascia spazio ad un tannino presente e piacevole, tutto sorretto da un buon residuo zuccherino, il finale è sapido e amaricante. Devo essere sincero e fare mea culpa, durante i primi bicchieri non ho molto capito ne apprezzato questo “Vaiolet”: mi sono trovato di fronte ad una bevuta particolare e non comune, un mix di caratteristiche che non mi aspettavo di trovare in un unico vino che mi hanno disorientato un pò, ma che a lungo andare ho iniziato a capire ed apprezzare e mi hanno fatto venire voglia di finire la bottiglia. — 6 years ago
I had this 6 years ago
I Fraschetti
Colore giallo paglierino. Sentire di lievito senza esplosione di profumi . Non è un naso complesso.
Buona acidità e sapidità , abbastanza lungo il finale.
Ottimo rapporto qualità prezzo per una bevuta semplice estiva e fresca .
Ideale come aperitivo.z — 6 years ago